Il Visitatore di Mezzanotte: Il Dottore Ombra Che Non Era.

Il Visitatore di Mezzanotte: Il Dottore Ombra Che Non Era

Era un tranquillo giovedì sera nel sonnolento paesino montano di Sesto, dove Jannik Sinner si era ritirato per allenarsi in pace, lontano dai riflettori dei media. Ma la pace fu di breve durata. Esattamente alle 00:17, un residente locale chiamò nervosamente la hotline del Comitato Antidoping Italiano:

“C’è un uomo che entra ogni notte nello chalet di Sinner a mezzanotte. Indossa un lungo cappotto, occhiali da sole e porta una valigetta d’argento… penso sia un dottore. O peggio.”

L’informatore rifiutò di fornire il proprio nome, ma la segnalazione fu sufficiente per avviare un’indagine discreta. Il Comitato Antidoping, sotto pressione dopo recenti scandali nel mondo dello sport, non poteva permettersi rischi — nemmeno con il golden boy del tennis italiano.

Per tre notti, gli investigatori osservarono la casa da un’auto parcheggiata lungo la strada innevata. Alle 00:15 in punto, i fari squarciarono il buio. Una piccola Fiat Panda si fermò. Ne scese una figura anziana con un trench, il cappuccio tirato su contro il freddo. In una mano: una valigetta metallica lucente. Nell’altra: quella che sembrava una borraccia termica. La figura bussò due volte alla porta sul retro, e in pochi secondi, Sinner aprì e la fece entrare.

La speculazione impazzì.

Era forse il famigerato “dottore ombra” che si dice microdosi atleti d’élite in tutta Europa? Sinner era entrato in un circolo segreto che utilizzava composti rigenerativi non rilevabili?

Gli investigatori agirono la notte seguente.

Con loro sorpresa, il visitatore misterioso non scappò né oppose resistenza. Era una donna di 82 anni con scarpe ortopediche. La sua “valigetta d’argento” era un vecchio portavivande. La sua “borraccia” conteneva minestrone fatto in casa.

“Perché tutta questa segretezza?” chiese un agente.

Sinner, ridendo a metà, rispose:

“Se i media scoprissero che la nonna si intrufola ancora a casa mia per portarmi la lasagna, non me la perdonerebbero mai. Ma il suo cibo è la mia arma segreta — non gli steroidi.”

Non fu trovata alcuna prova di doping. Ma la notizia dello “Scandalo della Lasagna Dopante” si diffuse a macchia d’olio sui forum di tennis. Sinner, sempre gentiluomo, pubblicò poi una foto su Instagram: “Colto in flagrante — con la lasagna migliore della nonna…”

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